Una notizia che cambia tutto
Correre all'aperto, in inverno o in generale quando fa freddo.
La sfida più grande, quando ci sono queste condizioni, è sicuramente uscire di casa. Fare il primo passo. Non importa quante volte lo hai fatto. Non importa nemmeno il fatto che sai che poi starai bene. Sarà sempre difficile.
Ma attenzione: l'obiettivo non deve essere diventare migliori rinnegando ciò che si è stati fino a quel momento. Ma avvicinarsi il più possibile a quella versione, ringraziando la nostra versione precedente. Versione senza la quale non avremmo mai saputo di voler cambiare. Di voler migliorare. Quindi fare pace con il passato permettendoci di avvicinarci al nostro futuro senza trappole legate a chi eravamo.
Come spesso si dice: è nei momenti di difficoltà che si diventa più forti. Si cresce. Si fa un passo in più verso la versione di noi stessi cui aspiriamo.
E quindi: come si fa a restare costanti, a fare le cose anche quando non si ha voglia? 😣
Ti racconto quello che funziona per me. E funziona, diciamo, l’80% delle volte. Perché sì, ci sono giorni in cui non funziona affatto.
Per prima cosa, mi aiuta ricordarmi il motivo per cui ho deciso di fare una cosa. Avere un “perché” chiaro rende più facile affrontare la fatica, il freddo, la voglia di lasciar perdere. Non risolve tutto, ma fa la differenza tra uscire a correre e rimanere a casa.
E poi c'è il freddo. ⛄
Quel tipo di freddo che senti appena apri la finestra al mattino, che ti punge il viso e ti fa richiudere subito i vetri. Che ti fa riconsiderare ogni buona intenzione della sera prima.
Uscire di casa, in quelle condizioni, sembra davvero fuori misura. Ti vesti, magari, ma mentre lo fai hai già iniziato a trovare mille scuse.
Fa troppo freddo.
Forse sto covando qualcosa.
Ho dormito male.
Lo faccio domani.
Tanto non cambia niente.
E senza neanche accorgertene, resti a casa.
Non è pigrizia, non sempre almeno. A volte è solo che sei stanco. O che, semplicemente, l’idea di affrontare il disagio — il freddo, la solitudine, la fatica — ti pesa più di quanto vorresti ammettere.
Non hai voglia di metterti le scarpe da ginnastica.
Non hai voglia di respirare quell’aria gelida che taglia il respiro.
Non hai voglia di passare davanti a chi ti guarda come se fossi strano a correre quando il mondo intorno sembra fermo.
E allora resti dentro. E poi magari ci pensi tutto il giorno. Ti senti in colpa, o frustrato, o semplicemente svuotato. Perché sai che stai rinunciando a qualcosa, ma allo stesso tempo... non ce la facevi.
È una sensazione che in molti conoscono, anche se non sempre si dice.
È quella parte della corsa che non si vede nelle foto postate online, ma che esiste — eccome se esiste.
Nel frattempo la motivazione scivola via piano, non con un tonfo, ma silenziosa. Non te ne accorgi subito. Semplicemente smetti di provarci. Smetti di mettere la sveglia prima. Smetti di lasciare le scarpe vicino alla porta.
E quando qualcuno ti chiede “Come va la corsa?”, ti inventi una risposta veloce, qualcosa che chiuda il discorso.
A volte ti arrabbi con te stesso, altre ti rassegni. E il problema non è solo la corsa. È quel senso di sconfitta, anche piccola, che ti porti dietro per tutta la giornata. Una parte di te lo sa che non si tratta solo di un allenamento saltato. È il pensiero di aver ceduto. Ancora.
Ma la verità è che non è facile. Nessuno dovrebbe far finta che lo sia. Uscire di casa col freddo, lasciare un letto caldo, affrontare il buio o il silenzio delle prime ore del giorno... sono scelte difficili. Fanno paura. Richiedono energia che a volte, semplicemente, non c’è.
Non sempre ci si riesce. E sai una cosa?! Va bene così! 😊
Ci sono persone che vorrebbero cominciare ma si sentono fuori forma, si vergognano, si sentono inadeguate. Altre che hanno provato, magari per qualche giorno, ma non hanno visto risultati subito e hanno mollato, convinte di “non essere portate”.
E poi c'è il tempo, sempre poco, da ritagliare tra il lavoro, la famiglia, le cose da fare. Quando arrivi a sera non ne hai più. Quando ti svegli presto, ti senti svuotato.
Tutte queste cose esistono davvero, e non vanno ignorate. Non è sempre questione di forza di volontà o motivazione: a volte è solo difficile, punto.
Poi, quando la testa inizia a elencarmi tutte le buone ragioni per restare sul divano, cerco di partire comunque. Anche se sto trascinando i piedi. Anche se corro piano. Senza pensarci troppo. A volte basta solo iniziare, senza aspettarsi di farlo al meglio.
E infine, mi sforzo di ricordare come mi sento dopo. Dopo una corsa, dopo un allenamento, dopo aver fatto quella cosa che non avevo voglia di fare. È una sensazione che non delude quasi mai, e tenerla a mente spesso aiuta.
Affrontando queste difficoltà, ho capito che ogni sfida rappresenta un passo verso il miglioramento: non solo fisico, ma anche personale. Imparare ad adattarmi a contesti scomodi è diventato parte di un percorso più ampio, fatto di crescita, consapevolezza e resilienza.
Tutto qui. 😊Niente di eroico. Solo il tentativo di ascoltarmi, senza farmi fregare dalla pigrizia. Ogni giorno è diverso. A volte vinco io, a volte no. Ma quando riesco, so che quel gesto semplice – uscire, nonostante tutto – ha avuto un senso. Ognuno trova le tecniche migliori per se stesso per fare le cose quando le condizioni remano contro.
Quello che fa la differenza è essere consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza e trovare strategie personali per raggiungere i propri obiettivi.
Tu come vivi la corsa d’inverno?
Hai delle tecniche per uscire dalla zona di comfort?
Scrivilo nei commenti, siamo curiosi di leggere la tua esperienza
MOVAT!
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